LA TRUFFA DEL SISTEMA ECONOMICO

28.01.2018

L'economia è il "motore" della nostra società. È dunque importante capire come funziona, ponendosi alcune domande fondamentali. Proviamo quindi ad inquadrare quali sono le domande, apparentemente banali, che ci dobbiamo porre per capire il sistema:

1) Di chi è il denaro (compreso quello che avete nel portafoglio)?

2) Dove prende i soldi una banca quando ve li presta?

3) Cos'è l' interesse sul prestito applicato dalle banche?

4) Cos'è il debito pubblico? A chi dobbiamo tutti quei soldi? Perchè aumenta sempre?

5) Perché lo Stato non si stampa da solo i soldi?

6) La Banca ha il monopolio della creazione ed emissione della moneta. Essa crea 100, presta 100 e pretende una restituzione di 100 + 5 di interesse: lo Stato dove prende quel +5 [che non esistono]?


Il modo migliore per capire a fondo la complessa meccanica dell'economia mondiale senza rischiare di entrare in discorsi troppo tecnici e per certi versi tediosi, è sicuramente quello di spiegare il sistema economico attraverso un racconto, che riporti tutto ai minimi termini:


Immaginate dunque una società in piccolo. Diciamo un paesino composto da un centinaio di abitanti nel quale ognuno abbia un ruolo diverso, ovvero sappia fare qualcosa che gli altri non sanno fare. Ci sarà quindi il calzolaio, il barbiere, il ristoratore, il muratore, il falegname ecc....

Un modellino di società standard in scala ridotta. Immaginate ora che il denaro totale posseduto da questa piccola società ammonti a...diciamo... a 100.000 euro. Ogni abitante possiederà in media 1.000 euro in banconote di vario taglio. Immaginiamo che la cultura dominante di questa società sia il risparmio a tutti i costi. Se ognuno di loro si tenesse il denaro stretto stretto, senza spenderlo, la società sarebbe destinata a cadere nella miseria più totale nel giro di pochi giorni. Zero scambi commerciali = morte sicura del nostro simpatico paesino di montagna in tempi brevissimi. La cultura dominante, affinchè la società prosperi, deve essere quella dello scambio commerciale continuo, della vivacità di mercato costante. Avremo così il calzolaio che paga 100 euro il falegname per sistemare una porta; il falegname pagherà 30 Euro al ristoratore per il pranzo; il ristoratore pagherà 15 Euro il barbiere per i capelli, il quale pagherà 60 Euro il sarto per la camicia nuova ecc...Il denaro è sempre quello, ma per il solo fatto di passare di mano in mano quella società è destinata a migliorare il proprio benessere materiale all'infinito.

La società dei consumi si basa su questo semplice principio.

Mettiamo l'ipotesi che la società sia governata da un capo saggio, buono e che lavori per il bene di tutti. Tale capo deciderà saggiamente quante banconote stampare (in base alla quantità delle merci in circolazione, al comportamento del mercato, all'aumento demografico, agli scopi comuni ecc...) ed in che maniera distribuirle; per esempio sottoforma di compenso per lavori di pubblica utilità. Il costo di produzione di tali banconote sarebbe irrisorio: carta + inchiostri + manodopera. Potrebbe ordinare al tipografo del paese di stampare il denaro, ricompensandolo con la giusta dose di banconote da lui stesso stampate, e a fine stampa potrebbe prendere i cliché e portarli al sicuro affichè nessuno ne abusi. A quel punto si potrebbe avvicinare un banchiere privato e proporgli un accordo per arricchirsi a discapito della società. Il capo saggio però non vorrà nemmeno sentire la proposta e condannerà il losco banchiere.

Immaginiamo invece che il capo di questo villaggio sia un tipo disonesto ed egoista, focalizzato unicamente all'interesse personale. Nel momento in cui egli verrà approcciato dal banchiere privato, accetterà ben volentieri la proposta che renderà entrambi ricchi senza tener conto delle conseguenze per la comunità.

Ecco un probabile dialogo tra i due:

Banchiere: "Vorresti diventare ricco e mantenere il potere sul popolo?"

Capo: "Certo! Dimmi il tuo piano!"

Banchiere: "Per prima cosa devi ritirare tutte le banconote che girano nel tuo villaggio e distruggerle!"

Capo: "Ma sei impazzito? Sarebbe la fine di tutto!"

Banchiere: "No, tranquillo..." sussurra con un diabolico sorriso "...sarà l'inizio di tutto! Sostituirai tutte le banconote, che ora sono di proprietà degli abitanti del villaggio, con quelle che ti darò io. Io però non ti regalerò le banconote...eh! eh! eh!...ma te le presterò per un tempo indefinito. In cambio ti chiederò un misero interesse...diciamo...un 2...anzi...un 2,5%! Se attuerai il mio piano e metterai in circolazione le mie banconote io ti farò diventare ricchissimo!".

Capo: "Mmm....Tutto qui? Accetto , ovviamente! Ma per metterle in circolazione come faremo?"

Banchiere: "Tranquillo capovillaggio. Dovrai concedermi il permesso di fondare una banca nel tuo villaggio, al resto penserò a tutto io! Ih! Ih! Ih!"

Capo: "Ma gli abitanti si accorgeranno del cambio di banconota e vorranno saperne il motivo?"

Banchiere: "Ma no, non si accorgeranno di nulla, le banconote saranno identiche ma al posto della dicitura banconota di stato a corso legale scriverò banconota di proprietà della banca. La scritta è piccola, non ci faranno nemmeno caso. HAHAHA


L'economia sembrava funzionare più o meno come prima ma dopo un anno arriva la prima batostina... Il banchiere contatta il capovillaggio e gli chiede il pagamento degli interessi: il 2,5% di 100.000 Euro ovvero 2.500 Euro! Il primo anno il capovillaggio riesce a pagare, ma già il secondo anno si trova in difficoltà. Dovrebbe pagare altri 2.500 Euro ma la popolazione è aumentata ed il denaro totale è diminuito e così anzichè pagare si fa prestare altri 20.000 Euro dal losco banchiere. Il terzo anno gli interessi da pagare diventano 5.500 Euro, ovvero il 2,5% dei 100.000 iniziali + i 2.500 di interesse non pagato l'anno prima + gli interessi sui 20.000 prestati l'anno prima. Il capovillaggio però non ha un euro e così chiede un prestito agli ignari abitanti del villaggio inventando "i titoli di stato". In pratica dice: se mi prestate 5.500 Euro io tra sei mesi ve ne restituisco 5.700. Gli abitanti non si fanno pregare (sembra un buon affare) e così prestano il denaro al capovillaggio. Egli salda la rata di 5.500 Euro, ma sei mesi dopo si presenta il problema di pagare i 5.700 euro di "titoli di stato" agli abitanti. Il capovillaggio taglia la testa al toro e si fa prestare altri 10.000 euro dal banchiere così puo' saldare i "titoli di stato" ai cittadini che vogliono ritirare i loro soldi con gli interessi maturati, ed anche per pagare la prossima rata di interessi al banchiere. Successivamente il capovillaggio introduce anche una tassa ai cittadini per aiutarlo a ripagare il debito contratto a favore del banchiere privato. In aggiunta a ciò, la massa monetaria nel paesino è aumentata e, di conseguenza, ogni singola banconota perde di valore (inflazione) e quindi la gente si ritrova ad avere bisogno di più denaro (perché ora vale meno) per poter svolgere la propria attività. Ed è così che anno dopo anno quel paesino, senza sapere ne perchè ne per come, ci si indebita sempre di più e si avvicina sempre di più al punto di non ritorno. Il banchiere inizia a sfregarsi le mani...il suo piano sta dando i suoi frutti. Infatti, prestando delle merci di modico valore (il valore reale delle banconote è praticamente nullo composto solo da carta, inchiostro ed un po' di manodopera) sta tenendo in scacco l'intero villaggio senza che gli abitanti abbiano il benchè minimo sospetto di cosa stia accadendo perché l'accordo tra il capovillaggio ed il banchiere è stato fatto in segreto.

Ben presto il capovillaggio si troverà invischiato in una gravosa situazione che non riesce più a controllare. Il debito è insaldabile; infatti anche ammettendo che quel genialoide del capovillaggio setacci l'intero paese, raccolga tutti i soldi in circolazione, li metta in un bel saccone e li restituisca in toto al banchiere non servirebbe a nulla: rimarrebbero sempre gli interessi da pagare!

Ad ogni modo il banchiere si assicura che il capovillaggio viva nella ricchezza, inoltre egli viene sempre rieletto in quanto sempre il "buon" banchiere, tramite una rete di aziende multinazionali a cui fa capo, gli paga le campagne elettorali, ma la gente non sa nulla di nulla ...e quindi chissenefrega! Il capo inizia ad elaborare teorie astruse ed incomprensibili da dare in pasto al villaggio per giustificare la presenza di questo debito, attraverso i media e gli esperti di finanza cerca di coprire l'inganno, ovvero che il villaggio è in debito con il banchiere privato per l' intera massa monetaria che circola nel paese, più svariate migliaia di euro di interessi (relativi, per l'appunto, all'intera massa monetaria che il villaggio possiede in prestito, senza saperlo!). Il capovillaggio, per sminuire la faccenda, fa intendere che il debito sia costituito solo dagli interessi in quanto se i cittadini immaginassero che si stanno scambiando del denaro che non è di loro proprietà probabilmente ci sarebbe una rivolta.

Ad un certo punto il banchiere inizia a diventare un po' più severo. Minaccia di ritirare tutti i soldi che circolano nel villaggio creando una depressione senza precedenti, se non vengono pagati regolarmente gli interessi. Il capovillaggio non può pagare delle rate così elevate ed inizia a regalare, in cambio del condono degli interessi, dei beni appartenenti alla comunità: regala la fonte di acque potabili, così il banchiere può recuperare parte dei soldi iniziando a far pagare l'acqua ai cittadini; dopodiché il capo regalerà la centrale elettrica, ed anche lì i proventi andranno al banchiere; regala dei bellissimi palazzi pubblici ecc...Ai cittadini, però racconta di privatizzazioni necessarie per rendere i servizi più efficenti e altre storielle che quei poveretti, che pensano solo a "tirare avanti" confidando nelle promesse del capovillaggio.

Il banchiere, uomo-ombra conosciuto solo dal capovillaggio, se la ride pensando a quanto è riuscito ad ottenere senza, praticamente, muovere un dito. Può produrre denaro a piacere a costo zero: paga infatti i costi vivi di carta, inchiostro e manodopera con parte del denaro prodotto. Lo puo' prestare al valore che c'è scritto sopra e chiedere un interesse relativo alla cifra scritta su ogni banconota. Quando il capovillaggio non riesce più a pagare gli interessi può chiedere delle merci reali, dal valore vero (fonti d'acqua, palazzi, industri pubbliche ecc...) in cambio ... del nulla!! Tutto questo non ha, ovviamente, nessuna utilità per i cittadini. Non serve a nulla e, anzi, li danneggia come un cancro!

Le tasse che i cittadini, ben presto si trovano a pagare, raggiungono vette inimmaginabili. Molte tasse sono nascoste, o difficilmente percepibili per cui essi hanno si la sensazione di pagare molte tasse, ma non così tante come realmente fanno. Essi pagano, mediamente, il 37 % di tasse sul reddito che percepiscono. Con i soldi che rimangono acquistano i beni di cui necessitano, sui quali grava una tassa media diretta del 20%. Inoltre, l'azienda che produce quei beni, riversa su di essi tutte le tasse che ha sostenuto per produrli, che incidono per un ulteriore 40% sul prezzo dei prodotti. Senza saperlo, i cittadini, si ritrovano a pagare circa un 70% di tasse su ciò che guadagnano. Ovvero lavorano da Gennaio a Settembre inoltrato solo per pagar tasse ed il poco che rimane per acquistare beni! A scuola viene loro insegnato che, tempo addietro, esisteva una forma di sfruttamento del popolo chiamata mezzadria; dove il padrone di una gran fetta di terreno consentiva ai contadini di lavorarlo e, senza fare niente, si tratteneva metà del raccolto a titolo di affitto del terreno, come similmente applicabile al feudalesimo. Gli studenti del villaggio, dopo aver ascoltato, se ne uscivano con dei commenti del tipo "poverini...meno male che certe cose non accadono più...viva la democrazia" e altre stronzate del genere. Adesso è peggio di allora ma l'insabbiamento della realtà e l'indottrinamento sistematico permettono a questa frode di andare avanti.

Prima dell'avvento del banchiere, l'economia funzionava e le pensioni potevano essere pagate ad un'età decente, nella quale il fruitore poteva godersi un po' di vita in condizioni di buona salute e di relativa giovinezza. Ma con gli interessi da pagare questo non era più possibile! Gli uomini, quindi, dovevano continuare a produrre almeno fino ai 65 anni di età, ovvero poco sotto alla media dell'età di decesso. Per convincere i suoi cittadini a fare ciò, il capovillaggio si inventa di sana pianta un parametro (supportato da astruse ed inverificabili formule matematiche ) per giustificare questa necessaria decisione, nascondendo nel contempo i veri dati sulla vita media dei cittadini. Così facendo crea la famigerata "aspettativa di vita o speranza di vita"...tarandola a casaccio intorno ai 75/84 anni... tanto, come per molte altre cose, egli sa che nessuno si permette di verificare o di porsi una benché minima domanda su questo argomento.

Con la sua banca intanto il banchiere, riesce a fare anche di più. I cittadini, strangolati dalle inutili e subdole tasse che stanno pagando, si rivolgono sempre più spesso alla banca per dei prestiti di denaro. Egli, potendosi stampare il denaro a piacimento, non ha bisogno di possedere del denaro onestamente guadagnato per poterlo affittare ai cittadini. Così concede volentieri prestiti a chi li richiede chiedendo a sua volta però delle solide garanzie in cambio del prestito; per esempio chiede di ipotecare la casa, terreni, la macchina o altri beni guadagnati dai cittadini con anni di sacrificio. Loro firmano perché spesso non hanno altra scelta. Il banchiere si aggiudica così un'altra vittoria su quei poveri cittadini...intanto, per non perdere l'abitudine, si fa restituire i soldi con un po' di sani interessi. Poi, ad ogni prestito, fa aumentare il debito pubblico di tutta la comunità in quanto, prestando denaro, egli fa aumentare la massa monetaria circolante. Massa monetaria che, è bene ricordarlo, gli appartiene in toto e che i cittadini hanno in prestito con un interesse del 2,5% annuo. Inoltre se il povero cittadino che ha chiesto un prestito non riesce a restituire quanto dovuto, l'avido banchiere, col sorriso sulle labbra, gli porta via la casa riducendo sul lastrico, perché è così che funziona il sistema. Il fallimento del cittadino viene visto come un fallimento personale, non imputabile alla banca, in quanto i cittadini ignorano di essere parte di un sistema truffaldino architettato per "attirare" proprietà e ricchezza in maniera unidirezionale al banchiere.

Questa storia, purtroppo, non ha il lieto fine in quanto i cittadini sono rimasti per 300 anni all'oscuro di tutto e, facilmente, sguazzeranno nell'ignoranza per altri 300 anni. Il cittadino medio non è curioso, non si fa domande, non cerca risposte... è intellettualmente pigro e quindi è il soggetto ideale per attuare questo sistema. Inoltre, si sa, se la TV non parla di un certo argomento, tale argomento, praticamente, non esiste. Talvolta i TG annunciano una variazione del tasso di interesse della Banca Centrale in più o in meno ma il 99% di chi ascolta non è in grado di capire un bel niente di niente e non si pone nessun interrogativo. Accettando il denaro del banchiere come moneta di scambio, senza saperlo, gli abitanti del villaggio si sono condannati ad un'economia basata sul produrre sempre di più. Ogni anno la produzione di beni materiali deve essere superiore a quella dell'anno precedente: non importa di cosa ce ne facciamo di tutte quelle merci, l'importante è arginare il più possibile il crescere del debito (che comunque, per sua natura, è destinato a crescere all'infinito e a non essere mai saldato). Lavoreremo sempre di più per sempre meno. Lo Stato potrà, con trucchi e trucchettini vari, limitare i danni nell'immediato ma in un futuro non lontanissimo ci troveremo strangolati nella impietosa morsa del debito ed il banchiere potrebbe anche decidere di rivolere indietro tutti i "suoi" soldi!



Tratto da "Il Nero Cornacchione" e-book gratuito scaricabile sul sito boorp.com, versione rivista ed adattata; per la versione originale del racconto: https://www.boorp.com/libri_gratis_pdf/libro_Il_Nero_Cornacchione_in_pdf_gratis.php

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